POS e carte di credito nel mirino del Fisco: chi viene segnalato

Una nuova fase di controlli e segnalazioni sarà presto avviata dall’Agenzia delle Entrate, nel mirino finiscono anche POS e carte di credito con movimenti sospetti rispetto ai redditi dichiarati dagli intestatari: chi rischia adesso?

POS e carte di credito nel mirino dell’Agenzia delle Entrate

Una serie di lettere nelle quali sono riportate anomalie rinvenute nelle loro dichiarazioni dei redditi, riguardanti omissioni o infedeltà riscontrate mettendo a confronto i dati dichiarati con quelli che l’Agenzia ha a disposizione all’interno delle proprie banche dati, ma non solo.

L’attività di controllo del Fisco italiano tramite compliance riguarderanno anche POS e carte di credito con movimenti sospetti rispetto ai crediti dichiarati dai titolari. Dopo le 2,5 milioni di comunicazioni trasmesse nel 2022, di cui circa 1,8 milioni relative all’imposta sul valore aggiunto, gli accertamenti stanno proseguendo con inviti a regolarizzare la propria posizione, in merito anche a imposta trimestrale (ex articolo 4 del dl 193/2016), tardività o omissioni della presentazione dichiarazione iva annuale, discrepanze tra le fatture elettroniche emesse ed il volume d’affari dichiarato, differenze tra quanto indicato nelle liquidazioni periodiche (le LIPE) ei versamenti mensili/trimestrali non corretti.

A queste segnalazioni, molto probabilmente, si aggiungeranno lettere di compliance inviate ai profili sospetti, ovvero ai contribuenti che – dopo un incrocio dei dati in possesso dell’Amministrazione finanziaria – risultano aver effettuato operazioni sospette con carte di credito e POS (come pagamenti o versamenti troppo alti o troppo bassi rispetto ai redditi dichiarati).

In questo modo, prima che l’Agenzia notifichi un avviso di accertamento, il destinatario della comunicazione potrà regolarizzare l’errore o l’omissione attraverso il ravvedimento operoso. Al contrario, se il contribuente non ritiene corretti i dati indicati nella sua dichiarazione, basterà comunicarlo all’Agenzia, inviando eventuali elementi e documenti di cui l’Agenzia non era a conoscenza.

Per ottemperare a questo compito, inoltre, i funzionari starebbero valutando una nuova tipologia di comunicazione di compliance indirizzata ai commercianti che presentano discrepanze tra quanto dichiarato e gli incassi annuali con POS e carte di credito.

Cosa fare se si riceve una lettera di compliance

Una lettera di compliance da parte dell’Agenzia delle Entrate non è altro che un invito dell’Amministrazione finanziaria a chiarire la propria posizione contributiva. Può coinvolgere le imprese, i liberi professionisti ma anche i cittadini in genere.

Il miglior modo per chiudere eventuali controversie, in questi casi, è procedere con l’adempimento spontaneo. L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione del contribuente le informazioni in suo possesso, dandogli così l’opportunità di correggere spontaneamente eventuali errori od omissioni, anche dopo la presentazione della dichiarazione.

In quest’ottica, superando il tradizionale rapporto tra Fisco e contribuenti, si favorisce l’adempimento spontaneo in relazione agli obblighi dichiarativi, in linea con analoghe esperienze già avviate in altri paesi e coerentemente con le linee tracciate dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

Per raggiungere questo obiettivo, l’Agenzia predispone e invia delle comunicazioni per segnalare eventuali anomalie, destinate ad alcune categorie di contribuenti che possono rimediare agli errori o alle omissioni attraverso l’istituto del ravvedimento operoso (articolo 13 del d.lgs. n. 472 del 1997).

Il contribuente, quindi, può regolarizzare la propria posizione mediante la presentazione di una dichiarazione integrativa, il versamento delle maggiori imposte, degli interessi e delle sanzioni ridotte.

Come mettersi in regola col Fisco

Chi riceve una comunicazione da parte dell’Agenzia può richiedere informazioni secondo le modalità illustrate all’interno della comunicazione ricevuta.

In generale, potrà rivolgersi a:

una Sezione di Assistenza Multicanale (SAM), attraverso il numero verde gratuito 800.90.96.96. da telefono fisso e il numero 06.96668907 da cellulare (costo in base al piano tariffario applicato dal gestore), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, selezionando l’opzione “servizi con operatore – comunicazione per l’adempimento spontaneo”;
la Direzione Provinciale di competenza;
uno degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

È possibile trasmettere la documentazione giustificativa dell’anomalia segnalata:

direttamente, attraverso l’applicativo CIVIS, in formato elettronico:
presentandola alla Direzione Provinciale;
rivolgendosi ad un intermediario abilitato ai Servizi telematici di trasmissione della dichiarazione.

Per accedere a CIVIS, dal sito agenziaentrate.it è necessario selezionare la voce CIVIS presente all’interno della sezione “Servizi” dalla Home. Il servizio è riservato agli utenti registrati ai servizi telematici Entratel/Fisconline dell’Agenzia delle Entrate.

Per maggiori informazioni sul funzionamento dell’applicativo si rinvia alle istruzioni presenti nella sezione “La mia scrivania – Assistenza Tecnica e Fiscale – CIVIS – Assistenza sulle comunicazioni inviate per la promozione dell’adempimento spontaneo” a cui si accede della sezione “Servizi – Civis – Accedi al servizio” del sito dell’Agenzia. Dopo l’invio della documentazione il sistema assegna un numero di protocollo che identifica l’operazione compiuta. Successivamente, sempre in CIVIS, sarà disponibile una seconda ricevuta che indicherà se i file inviati sono stati accettati o scartati. In caso di scarto bisognerà trasmetterli nuovamente.

L’Agenzia invia ad alcuni contribuenti soggetti passivi IVA delle comunicazioni nelle quali sono riportate delle anomalie rinvenute nelle loro dichiarazioni dei redditi o nelle dichiarazioni IVA, riguardanti omissioni o infedeltà riscontrate mettendo a confronto i dati dichiarati con quelli che l’Agenzia ha a disposizione all’interno delle proprie banche dati.

Attenzione: si sottolinea che le comunicazioni inviate non sono atti autonomamente impugnabili perché non rientrano tra gli atti impositivi emessi dall’Agenzia delle Entrate. Eventuali contestazioni non giustificate dalla presentazione di documentazione da parte del contribuente potranno essere comunque sollevate durante le fasi del procedimento accertativo.

Cosa fare in caso di errori

E se non si tratta di evasione, redditi non dichiarati e/o omissione, ma semplicemente di un errore commesso in fase di dichiarazione dei redditi?

In questi casi, gli errori e le omissioni possono essere regolarizzati:

presentando una dichiarazione integrativa;
versando le maggiori imposte dovute e gli interessi, calcolati al tasso legale annuo dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato a quello in cui viene effettivamente effettuato;
versando, in misura ridotta, le sanzioni specifiche delle violazioni oggetto di comunicazione e in essa contenute.

Nella dichiarazione integrativa, da presentare esclusivamente per via telematica (direttamente o tramite intermediario abilitato) barrando l’apposita casella “dichiarazione integrativa” presente nel frontespizio del modello, devono essere indicati:

i redditi o gli imponibili non dichiarati, come segnalato nella lettera ricevuta;
tutti gli altri dati già esposti nella dichiarazione originaria e che non richiedono alcuna modifica.

Per evitare errori, si consiglia di consultare sempre le istruzioni per la compilazione dello specifico modello dichiarativo per l’anno di imposta in cui sono state commesse le violazioni, disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate nella pagina dedicata ai “Modelli di dichiarazione”.

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