Fisco, guadagni online nel mirino: cambia il lavoro sul web

Il mondo online è da molti anni parte integrante della nostra vita, offrendo chance lavorative del tutto impensabili in precedenza. Nonostante si tratti di una realtà acclarata, è evidente come l’Agenzia delle Entrate non sia stata in grado di tenere il passo con questa evoluzione.

Basti pensare al lavoro svolto dagli streamer, così come dai content creator in genere, influencer, copywriter, editor e non solo. Questo crea degli ostacoli dal punto di vista fiscale, non essendo presenti delle specifiche nuove categorie di riferimento. A ciò si aggiunge la difficoltà di tener traccia dei movimenti di merce, in ambito internazionale, garantiti da sistemi come Amazon, ideali per il dropshipping. Una situazione che può tradursi in gravi discrepanze in ambito erariale e multe non dovute.

Qualcosa sta però cambiando su tale fronte, con la direttiva Dac7 che consente al Fisco di conoscere i guadagni online, frutto di qualunque tipo di attività, in maniera esatta.

Il Fisco conoscerà i guadagni online

Ogni tipologia di piattaforma online ha l’obbligo di comunicare i guadagni ottenuti dai singoli utenti. Dati che verranno forniti al Paese Ue di residenza. Particolare attenzione verrà posta sui soggetti che in un anno solare hanno effettuato almeno 30 operazioni, accumulando un guadagno minimo di 2mila euro.

Svolto questo compito, i singoli Paesi di residenza avranno poi il dovere di condividere queste informazioni con altri Paesi, nel caso in cui gli utenti abbiano residenza altrove. La svolta decisiva arriverà il prossimo anno, dal momento che la prima comunicazione dovrà essere effettuata entro il 31 gennaio 2024.

L’Ue ha fissato le date e il 29 febbraio 2024 ci sarà il primo scambio automatizzato di informazioni fiscali tra autorità di differenti Paesi membri. La previsione evidenzia un possibile gettito fiscale extra di 30 miliardi di euro in tutta la comunità europea.

Introdurre un impianto di comunicazione internazionale standardizzato è un passo importante ma non può essere l’unico. È ormai evidente come il sistema, italiano e non solo, debba correre ai ripari e comprendere come il web rappresenti un ambito lavorativo a tutti gli effetti. Ciò richiede un aggiornamento burocratico immediato.

Viene però da chiedersi cosa accada a chiunque decida di non condividere le proprie informazioni necessarie per il Fisco. La risposta è semplice: tutte le piattaforme saranno obbligate a chiudere i profili di tali venditori (di beni o servizi). Prima che ciò accada, però, verranno inviati due solleciti, concedendo infine 60 giorni di tempo per porre il tutto in ordine.

Guadagni online trasparenti: effetti positivi

Un sistema burocratico e fiscale non aggiornato rispetto al mondo in cui viviamo è responsabile della scomparsa (“in nero”) di un gran quantitativo di tasse mai versate. Ciò si traduce in un sistema in cui c’è chi paga poco o nulla, pur non avendone diritto, approfittando di una voragine amministrativa, e chi paga somme spesso non adeguate, incorrendo in possibili sanzioni, vittima di un sistema che non riconosce a pieno determinate professioni.

Questo primo passo crea un sistema comunicativo cruciale, di cui c’era assoluto bisogno. Si potrà quindi procedere a delle verifiche fiscali, frutto di dichiarazioni discordati rispetto ai report ricevuti, ma non solo. Uno degli obiettivi primari è infatti quello di contrastare l’esterovestizione.

È appena iniziata una dura battaglia contro quelle società che risiedono in Paesi dalla fiscalità favorevole, che operano sul territorio italiano senza dichiarare correttamente quanto percepito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

×