Casa ereditata, influisce sul reddito? Cosa dice Agenzia delle Entrate

Nell’ultimo ventennio, in Italia come in tutta Europa, sono stati ben 4 i periodi in cui lo spettro di una grave crisi economica e finanziaria ha imposto ai governi in carica l’adozione di misure straordinarie per evitare il tracollo di milioni di famiglie e migliaia di imprese. La prima volta è successo nel 2008 con il fallimento dell’istituto americano Lehmann Brothers e le ripercussioni sulle banche (e gli Stati) di tutto il mondo; poi è accaduto nel 2013, quando alcuni Paesi membri dell’Unione europea (uno su tutti la Grecia, ma anche l’Italia, la Spagna e l’Irlanda) hanno dovuto fare i conti con la cosiddetta “crisi del debito sovrano“.

Le altre due sono molto più recenti e riguardano le enormi difficoltà provocate dalla pandemia da Covid-19 (con cui, stando alle ultime rilevazioni mediche, saremo costretti a convivere anche nel 2023) e – per concludere – l’attuale emergenza energetica che ha causato il rincaro incontrollato dei prezzi delle bollette per la luce (con il contemporaneo aumento anche di quelle del gas per le ripercussioni del conflitto in corso in Ucraina). Ebbene, in tutte queste situazioni c’è un tema che ha accompagnato l’opinione pubblica in maniera costante nel tempo, ossia l’eventuale introduzione di una tassa sulle successioni tramite cui ricavare nuovi fondi da destinare alla fascia di popolazione più povera.

Casa o residenza ereditata tramite atto di successione: come funziona la procedura e cosa dice la legge

Il dibattito è tornato a prendere vita anche negli ultimi giorni e coinvolge una parte non indifferente dei nostri concittadini. In particolare, ogni anno nel nostro Paese sono diverse migliaia le persone che si ritrovano a fare i conti con le molte pratiche burocratiche da assolvere nel momento in cui si diventa proprietari di un bene ereditato da un familiare defunto. In particolare, a causare i maggiori problemi sono le case e le residenze inserite nel testamento, che vengono intestate agli eredi tramite un apposito atto di successione.

Si tratta di un documento riconosciuto per legge e prodotto tramite una specifica procedura giuridica: i destinatari dei beni vengono individuati sulla base delle volontà esplicitate in vita dall’individuo defunto. Ne esistono di due tipi:

successione testamentaria, quando è regolata da un testamento;
successione legittima, quando è disciplinata dalla legge in mancanza di un testamento.

Immobile ereditato va inserito nella dichiarazione dei redditi? La risposta dell’Agenzia delle Entrate

Molti lettori hanno scritto alla redazione di Qui Finanza per risolvere un dubbio molto frequente tra gli eredi individuati dalla persona deceduta: se ricevo un immobile per via testamentaria, devo inserirlo nella dichiarazione dei redditi? A rispondere ci ha pensato direttamente l’Agenzia delle Entrate, che in merito alla questione ha pubblicato di recente un messaggio apparso sul sito web di Fisco Oggi.

In sostanza, l’ente ha specificato che l’erede è sempre tenuto ad indicare il reddito derivante dall’intestazione della casa ricevuta all’interno dell’apposito modello 730. Inoltre, è suo dovere quello di inserire la percentuale della residenza che risulta in suo possesso e il numero dei giorni che lo hanno visto come nuovo legittimo proprietario: quest’ultimo parametro deve essere calcolato a partire dalla data di apertura della successione (mentre la rimanente parte dell’anno va inserita nell’ultima dichiarazione dei redditi depositata a nome del defunto).

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